martedì 27 settembre 2011

Oh, Dio

E' strano come ogni volta che io torni a scrivere su questo maltrattato blog, sia perchè non ho nulla di bello da dire. No.. Ne' di profondo, ne' frutto di lunghe riflessioni. Niente di bello..
Il bello. Quanto ci sarebbe da dire, quanti filosofi hanno già detto. Quante donnine sciocche e uomini fatui hanno diseredato, nel corso dei secoli. Uomini e donne, incapaci di evitare gli araldi urlanti dell'ultima moda, si lasciano arraffare e trascinare in basso dalle loro mani artigliate.
Sai perchè ti amavo? Perchè tu non sei così. E perchè io, criticando così appassionatamente, ne son imbrigliata fino al collo, tanto che a volte sento l'odore pungente ed ironico di quel fango. E tu eri una via di scampo.
Tu lo sei sempre stato.

Pensavo a questo, ascoltando la solita The End of this Chapter in aereo, mentre l'Europa correva sotto di me. Miliardi,milioni,migliaia di persone, tutte uguali e tutte diverse. Tutti con gli stessi "schemi" mentali, tutte che rientrano in quelle vaghe catene che gli psichiatri chiamano "atteggiamenti comuni". E fra tutto ciò.. fra tante spighe di grano in un campo, tutte drammaticamente uguali, ebbi la fortuna di conoscere te.
Ma di non averti mai..

Ci lamentiamo sempre dell'apatia che attanaglia, ma spesso non facciamo nulla per liberarcene. E' un fluido malefico, inodore, incolore, insapore. Ed è lì il suo veleno.. Scorre lentamente, si infila nelle nostre narici come gas nervino, come le sottili mani diafane dei fantasmi. Vorremmo correre,urlare,giocare,viaggiare, ed infine, fuggire. Ma coelum,non animum mutant,qui trans mare currunt.. La disperazione segue ogni via, lastricata o asfaltata, o di nuda terra battuta, fin su al Kilimangiaro e alla Pampas argentina.

Tu sei scappato.. ma perchè sei fuggito da te stesso? E' stata davvero la misera ambizione di un figlio d'operai a spingerti così lontano? O qualche romantico spirito che non sospetti di portar nel cuore? Anche tu sei mosso da vendetta, da dolore? Nemmeno tu mi apparterrai mai. Appartieni solo a te stesso ed, infine, al tuo Dio.
Quel Dio in cui credi con tanta fermezza, tanto candore.. Tanto che neanche ti si addice, quanto l'ateismo accorato e amareggiato non s'addiceva a Lui.

Lui rimarrà sempre così.. un'ombra che non mi ha mai sorriso, e che mi guarda con occhi colpevoli.

domenica 4 settembre 2011

No..No..No..

Eh già, trovo che l'immagine della vedova luttuosa sia molto calzante, per me. Sono mesi..che sto scrivendo,pensando,sussurrando, le parole che ti dirò quando dovrai sparire dalla mia vita. Conto i giorni che ci separano alla fine di quello che era..un sogno.
Sì, solo un sogno. Conto i giorni, sperando che i contorni del tuo viso si facciano sempre più sfumati, e che il tuo sguardo non sia più così accecante. E questi giorni, scivolano lentamente come un fiume torbido e limaccioso, colorati della tua fangosa assenza.
Mi auguro ogni giorno, ogni giorno che mi ritrovo a contare, che tu possa capire, prima o poi. La distanza sarà incolmabile, assordante; la sua forza crudele ci svuoterà, piano piano. Ci sfiancherà..
Tutte le volte che ti vedo andare via, non riesco a trattenere le lacrime. E ciò mi distrugge. Il nostro abbraccio che deve sciogliersi, il tuo profumo che s'allontana da me, e la tua voce solo un eco nei ricordi.
Mi schiaccia come un'onda, un dolore che ruggisce quanto la nostra distanza.

Ecco, oggi ne mancano otto. Otto giorni e sparirai..spariremo per sempre, e ti dovrò scongiurare di dimenticarmi, adducendo consolazioni maltrattate, fallaci, ingannevoli. Sentirò le mani farmi male, gli occhi bruciare. Ti prometterò cose che spererò essere in grado di mantenere, guardando il terreno in basso e sperando di appartenervi presto. Mi accarezzerò i capelli, e tu volterai lo sguardo. Lo so.