Esistono cose che non si avranno mai. Solo il desiderio rimane fisso, davanti agli occhi, come una statua bendata ma piangente,nello sfondo grigio di un cielo di nubi. Le solite lacrime eterne, le lacrime che non riesco più a piangere.
Vorrei saltare nelle pozze di fango. Vorrei reimparare a conoscerti,capire se crescendo sei cambiato o se non lo sei affatto. Vorrei essere lì il giorno in cui tu laureerai, poterti chiamare "Dottore". Ma più di ogni altra cosa, vederti sorridere, e sorridere per me. Amavo e amo così tanto il tuo sorriso. E' un segno, tra i tanti altri, che nell'universo, tutt'attorno, c'è qualcosa che ci ama.
Tentacoli, tentacoli urticanti tutt'attorno a me. Una cubomedusa? No, forse solo le viscide spire di un sentimento che non è ricambiato, almeno all'apparenza. Mi torturano. Non ho mai creduto alle tue parole, c'è dell'altro. C'è sempre stato.
Con te c'è sempre dell'altro, c'è sempre un numero da aggiungere ad uno che ormai si riteneva costante, tutto muta e tutto resta uguale. Tace, ma il suo silenzio ha un senso. Ne è pregno, e c'è qualcosa che traspare, come un sussurro lontano appena udibile, il suono di un pianto sommesso perso in un landa desolata.
Ho paura, ho paura di perdere me stessa ascoltandolo. Forse è solo nella mia testa.
Non lo so, dimmelo tu. Cosa devo fare. Dio mio, cosa devo fare?
E' un'ossessione. Forse dovrei andare da uno psicologo, forse esiste una clinica per malati d'amore.
Com'è curioso che mi manchi proprio nel giorno in cui io,lui, e te, consacriamo la condivisione di qualcosa di totalmente alieno:la chimica.
Vorrei saltare nelle pozze di fango. Vorrei reimparare a conoscerti,capire se crescendo sei cambiato o se non lo sei affatto. Vorrei essere lì il giorno in cui tu laureerai, poterti chiamare "Dottore". Ma più di ogni altra cosa, vederti sorridere, e sorridere per me. Amavo e amo così tanto il tuo sorriso. E' un segno, tra i tanti altri, che nell'universo, tutt'attorno, c'è qualcosa che ci ama.
Tentacoli, tentacoli urticanti tutt'attorno a me. Una cubomedusa? No, forse solo le viscide spire di un sentimento che non è ricambiato, almeno all'apparenza. Mi torturano. Non ho mai creduto alle tue parole, c'è dell'altro. C'è sempre stato.
Con te c'è sempre dell'altro, c'è sempre un numero da aggiungere ad uno che ormai si riteneva costante, tutto muta e tutto resta uguale. Tace, ma il suo silenzio ha un senso. Ne è pregno, e c'è qualcosa che traspare, come un sussurro lontano appena udibile, il suono di un pianto sommesso perso in un landa desolata.
Ho paura, ho paura di perdere me stessa ascoltandolo. Forse è solo nella mia testa.
Non lo so, dimmelo tu. Cosa devo fare. Dio mio, cosa devo fare?
E' un'ossessione. Forse dovrei andare da uno psicologo, forse esiste una clinica per malati d'amore.
Com'è curioso che mi manchi proprio nel giorno in cui io,lui, e te, consacriamo la condivisione di qualcosa di totalmente alieno:la chimica.