No..di nuovo..non ora...
Sto impazzendo..l'equilibrio sta di nuovo scivolando nel caos...
Dio mio,ti prego..non ora!
I need to keep the scars,to prove there was a time I loved something more than life.
lunedì 28 giugno 2010
venerdì 25 giugno 2010
Sparisci!
Why do we sit around and break each other's hearts tonight?
Why do we dance around the issues 'till the morning light?
When we sit and talk and tear each other's lives apart.
You were the one to tell me go...
But you were the one for me,
And now you're going through the door,
When you take that step I love you baby more and more,
We need to laugh and sing and cry and warm each other's hearts tonight,
Having fun of everything and loving all our mother's...
Tearing us,
You're tearing us,
You're breaking us,
You're breaking us,
You're carrying us,
Carrying us,
You're saving us,
You're saving us...
You're tearing us,
You're tearing us,
You're breaking us,
Breaking us,
You're killing us,
Killing us,
You're saving us...
Why do we sit around and break each other's hearts tonight?
Why do we dance around the issues 'till the morning light?
When we sit and talk and tear each other's lives apart.
You were the one to tell me go...
But you were the one for me,
And now you're going through the door,
When you take that step I love you baby more and more,
We need to laugh and sing and cry and warm each other's hearts tonight,
Having fun of everything and loving all our mother's...
Why do we dance around the issues 'till the morning light?
When we sit and talk and tear each other's lives apart.
You were the one to tell me go...
But you were the one for me,
And now you're going through the door,
When you take that step I love you baby more and more,
We need to laugh and sing and cry and warm each other's hearts tonight,
Having fun of everything and loving all our mother's...
Tearing us,
You're tearing us,
You're breaking us,
You're breaking us,
You're carrying us,
Carrying us,
You're saving us,
You're saving us...
You're tearing us,
You're tearing us,
You're breaking us,
Breaking us,
You're killing us,
Killing us,
You're saving us...
Why do we sit around and break each other's hearts tonight?
Why do we dance around the issues 'till the morning light?
When we sit and talk and tear each other's lives apart.
You were the one to tell me go...
But you were the one for me,
And now you're going through the door,
When you take that step I love you baby more and more,
We need to laugh and sing and cry and warm each other's hearts tonight,
Having fun of everything and loving all our mother's...
Sia maledetto il mio alter ego.
Pain, your every step When you fooled enough to want to die When you cry You will find Falling stars, drain every night
E la vedo così simile a me.
Cinica,stronza,piena d'arte. Stesso amore per gli stessi musicisti,stessi gruppi,stessa canzone.
Anche se non la conosco,la invidio. Lei ha qualcosa che io non ho. E che non avrò mai,se non lotto per conquistarlo.
E' come guardarsi allo specchio,guardarla. I capelli ricci,tinti di rosso. Smalto rosso. Gli occhi grandi,la pelle chiara.
Un modo di parlare a metà tra il rozzo e l'acculturato,tra l'invettiva violenta sempiterna e la dolce lirica barocca,parole che mostrano un animo sensibile e tenero,
ma che odia palesarsi.
Ti odio,perchè non sarò mai te,non sarò mai ciò che voglio essere..
mercoledì 23 giugno 2010
E tu lo sai,la vita sei per me.
Più vedo te, più ascolto te, e più ti amo.
ogni parola che dici, t'amo un pò di più;
parole che sono per te sempre le stesse
ed io lo so che parlerai sempre così.
Più vedo te, più ascolto te, e più ti amo
ogni parola che dici, t'amo un pò di più.
Parole che sono per te sempre le stesse
ed io lo so che parlerai sempre così.
Più vedo te, più ascolto te, e più ti amo,
vivo perché tu mi lasci stare vicino a te,
perchè se tu mi dici di no, mi fai morire,
e tu lo sai, la vita sei per me.
E vedo te, e ascolto te, e t'amo sempre
ogni parola che dici t'amo sempre di più.
Parole che sono per me sempre diverse
quando sarà la voce tua che le dirà.
E vedo te, e ascolto te, sempre la stessa
vivo perché tu mi lasci stare vicino a te.
Perchè per me la vita mia non conta niente
è tutto qui quello che ho e lo do a te.
E non dirai, non dirai mai parole uguali
se parlerà la voce tua per me.
E non dirai, non dirai mai parole uguali
se parlerà la voce tua per me.
ogni parola che dici, t'amo un pò di più;
parole che sono per te sempre le stesse
ed io lo so che parlerai sempre così.
Più vedo te, più ascolto te, e più ti amo
ogni parola che dici, t'amo un pò di più.
Parole che sono per te sempre le stesse
ed io lo so che parlerai sempre così.
Più vedo te, più ascolto te, e più ti amo,
vivo perché tu mi lasci stare vicino a te,
perchè se tu mi dici di no, mi fai morire,
e tu lo sai, la vita sei per me.
E vedo te, e ascolto te, e t'amo sempre
ogni parola che dici t'amo sempre di più.
Parole che sono per me sempre diverse
quando sarà la voce tua che le dirà.
E vedo te, e ascolto te, sempre la stessa
vivo perché tu mi lasci stare vicino a te.
Perchè per me la vita mia non conta niente
è tutto qui quello che ho e lo do a te.
E non dirai, non dirai mai parole uguali
se parlerà la voce tua per me.
E non dirai, non dirai mai parole uguali
se parlerà la voce tua per me.
lunedì 21 giugno 2010
Anima Noir
Che vita disgraziata.
Tento spesso di cercare in me la raffinatezza nel sentire che tanto amo nelle persone.
E non trovo una minchia. Trovo solo sensazioni grossolane,appena sbozzate,come un non finito di Michelangelo,qualcosa che vorrebbe uscire dalla materia [grezza] grigia ma non può.
E perchè non può? Non lo so.
Costringo me stessa a vivere in un limbo fatto di bianco e nero,soltanto di bianco e nero. PErchè? Non lo so.
Anche se cerco raffinatezza e sfumature,son la prima a negarmele. Quando ammetto quei particolari,che hanno concorso a creare l'insieme attuale,piango come una bambina.
In ultima analisi,non accetto tutta quanta me stessa. Non accetto le piccole cose,le piccole sensazioni,gli amori brevi e fugaci,gli sguardi di sfuggita. Ne tantomeno i pianti sciocchi,le risate;tutto ciò che crea un legame,anche se spezzato precocemente. Minimizzo i dispiaceri,dal vivo.
Li riduco a nulla,mi ostino a passare sul ponte sullo strapiombo credendo che sia più solido e più sicuro del tranquillo sentiero che scende e risale.
E invece qui,quando scrivo,mi rendo conto dell'enormità di alcune situazioni presenti e passate. Sì,l'enormità. Di quanto io,in verità,ne ammetta a me stessa solo un 10%. La punta dell'iceberg.
Giusto,l'iceberg. Mi sento così fredda,sento così freddo nel mio cuore. Continuamente. Ho freddo dentro. Non permetto a nessuno [quasi] di scaldarlo. Ne ho paura? Forse.
Quelle sfumature,quelle ingiustizie che colorano la vita,mi hanno fatto soffrire tanto in passato. Ma non è giusto che io mi neghi tante piccole gioie,no? E perchè non lo capisco? Perchè non attuo questa merdosa politica del "prendi tutto quel che viene senza ripensamenti"?
Scrivo,scrivo,una spece di romanzo della mia noiosa vita,priva d'avvenimenti [semi] seri raccontandola come se ciò non mi tangesse. Ma mi tange. Non sono solo una critica osservatrice degli eventi,come un giorno lontano mi disse chi credeva d'amarmi.
MA mi ostino ad esserlo. VOGLIO essere solo un'osservatrice,ed avere parte attiva solo in ciò che mi concerne: fotografare,raccontare,aiutare. Ma posso? No. Non posso annichilire il mio cuore ed il mio Amore,ma vorrei tanto. Lo vorrei tanto,per non soffrire.
Oso,oso. Il coraggio non m'è mai mancato. Grido alle ingiustizie,grido per i miei diritti e per quelli degli altri; farò la giornalista solo per [tentare di] denunciare tutto l'orrore che ancora coesiste col perbenismo del 21# secolo.
-.-.-.-.-.-.-.-
Merda,merda. Vedo solo merda. Ho bisogno di qualcosa per cui lottare,per Dio. Devo rialzarmi dalle sabbie mobili del mondo B/N.
-.-.-.-.-.-.-.-
Per me l'Amore è tutto.
Tento spesso di cercare in me la raffinatezza nel sentire che tanto amo nelle persone.
E non trovo una minchia. Trovo solo sensazioni grossolane,appena sbozzate,come un non finito di Michelangelo,qualcosa che vorrebbe uscire dalla materia [grezza] grigia ma non può.
E perchè non può? Non lo so.
Costringo me stessa a vivere in un limbo fatto di bianco e nero,soltanto di bianco e nero. PErchè? Non lo so.
Anche se cerco raffinatezza e sfumature,son la prima a negarmele. Quando ammetto quei particolari,che hanno concorso a creare l'insieme attuale,piango come una bambina.
In ultima analisi,non accetto tutta quanta me stessa. Non accetto le piccole cose,le piccole sensazioni,gli amori brevi e fugaci,gli sguardi di sfuggita. Ne tantomeno i pianti sciocchi,le risate;tutto ciò che crea un legame,anche se spezzato precocemente. Minimizzo i dispiaceri,dal vivo.
Li riduco a nulla,mi ostino a passare sul ponte sullo strapiombo credendo che sia più solido e più sicuro del tranquillo sentiero che scende e risale.
E invece qui,quando scrivo,mi rendo conto dell'enormità di alcune situazioni presenti e passate. Sì,l'enormità. Di quanto io,in verità,ne ammetta a me stessa solo un 10%. La punta dell'iceberg.
Giusto,l'iceberg. Mi sento così fredda,sento così freddo nel mio cuore. Continuamente. Ho freddo dentro. Non permetto a nessuno [quasi] di scaldarlo. Ne ho paura? Forse.
Quelle sfumature,quelle ingiustizie che colorano la vita,mi hanno fatto soffrire tanto in passato. Ma non è giusto che io mi neghi tante piccole gioie,no? E perchè non lo capisco? Perchè non attuo questa merdosa politica del "prendi tutto quel che viene senza ripensamenti"?
Scrivo,scrivo,una spece di romanzo della mia noiosa vita,priva d'avvenimenti [semi] seri raccontandola come se ciò non mi tangesse. Ma mi tange. Non sono solo una critica osservatrice degli eventi,come un giorno lontano mi disse chi credeva d'amarmi.
MA mi ostino ad esserlo. VOGLIO essere solo un'osservatrice,ed avere parte attiva solo in ciò che mi concerne: fotografare,raccontare,aiutare. Ma posso? No. Non posso annichilire il mio cuore ed il mio Amore,ma vorrei tanto. Lo vorrei tanto,per non soffrire.
Oso,oso. Il coraggio non m'è mai mancato. Grido alle ingiustizie,grido per i miei diritti e per quelli degli altri; farò la giornalista solo per [tentare di] denunciare tutto l'orrore che ancora coesiste col perbenismo del 21# secolo.
-.-.-.-.-.-.-.-
Merda,merda. Vedo solo merda. Ho bisogno di qualcosa per cui lottare,per Dio. Devo rialzarmi dalle sabbie mobili del mondo B/N.
-.-.-.-.-.-.-.-
Per me l'Amore è tutto.
giovedì 17 giugno 2010
oui.
Being that I love so much,the all will say
breaking someone else's heart again.
Questo bianco spesso mi fa paura. Perchè in mente,guardando questo schermo bianco,mi vieni in mente solo te,ed assieme a te le lacrime che non voglio piangere.
Spero di non spezzare quel cuore.
breaking someone else's heart again.
Questo bianco spesso mi fa paura. Perchè in mente,guardando questo schermo bianco,mi vieni in mente solo te,ed assieme a te le lacrime che non voglio piangere.
Spero di non spezzare quel cuore.
martedì 15 giugno 2010
Sotto le scale!
Mooooriremotuttiquindiperchèperderetempo?
Lo diceva anche Freddy! Oh Freddy,torna dal mondo dei morti,ti prego. Ti amerei anche versione creepy.(per chi non lo sapesse,to creep è l'atto del camminare barcollando,come uno zombie!)
Amatissimo Freddy! Tu e la tua meravigliosa voce,da sogno.
Anche se anche lui non è da buttare,
AND WE CAN LOVE FOREEEEVER!
love+i=live.
Amore è vita. Sì,ricordalo amore mio.
Ricordalo sempre. Amami,e allora non morirai mai. ;)
Lo diceva anche Freddy! Oh Freddy,torna dal mondo dei morti,ti prego. Ti amerei anche versione creepy.(per chi non lo sapesse,to creep è l'atto del camminare barcollando,come uno zombie!)
Amatissimo Freddy! Tu e la tua meravigliosa voce,da sogno.
Anche se anche lui non è da buttare,
AND WE CAN LOVE FOREEEEVER!
love+i=live.
Amore è vita. Sì,ricordalo amore mio.
Ricordalo sempre. Amami,e allora non morirai mai. ;)
lunedì 14 giugno 2010
21 Lune senza Te,21 Modi per Dirti Ti Amo.(Carmen,that's for you)
Guardava le rondini volare sul lago,leggermente increspato dalla brezza. Che strana estate. Fredda,gelida. Quella era una delle poche giornate di sole che erano riuscite a farsi strada tra le nuvole.
Si dice che ci sono vari inizi nella vita di una persona;o meglio,varie nascite. Lei era nata per la seconda volta un anno prima,in uno sguardo intenso che l'aveva fatta diventar grande tutto d'un botto.
Sì,era diventata grande più per un semplice sguardo che per tanti anni di litigi,dolori,urla,ginocchia sbucciate,lacrime sciocche e solitudini incomprensibili a mamma e papà;c'era voluto COSì POCO per diventare grande,e non tanti anni di margherite raccolta dai prati e infilate dietro le orecchie,orecchie che venivano poi adornate da orecchini d'oro o d'argento,perchè così voleva mamma;tanti anni di discussioni con le amichette,di amorazzi che nascevano e si spegnevano come fuochi fatui in una palude,di prime volte piene di dolore e bagnate di lacrime,di rimorsi,rimpianti,singhiozzi. E in una giornata come tante,uno sguardo. Dato di sfuggita,per di più.
Uno sguardo nemmeno tanto bello,nemmeno tanto intenso,così cercava di giustificarsi a distanza di 365 giorni e più. Uno sguardo dato da occhi scialbi,che non avevano nient edi particolare se non d'essere cerchiati di colore più chiaro.
Guardava il lago,lei,e sorrideva. Quando pensava a quello sguardo,sentiva il freddo della parte del suo cuore che sovrintendeva all'amore uomo-donna,sciogliersi. Sentiva caldo,nel cuore. Amore,lo sentiva ribollire dentro di sè come lava.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Lui guardava il lago,quel giorno. Era passato un anno dal momento in cui quegli occhi così azzurri avevano incontrato i suoi. Il gelo gli riempì il cuore,mentre le rondini sfrecciavano nel cielo senza nuovle.
Scriveva distrattamente poesie su un taccuino,poesie che parlavano di morte,amore,resurrezione,dei inesistenti,rondini e infinito. Pretendeva,con le sue poesie,di liberarsi del vuoto nel suo cuore,di riempirlo,di trovare quale fosse l'ulcera che sanguinava,e di riuscir a ripararla. Di scoprire sè stesso.
Ma più scriveva,meno capiva. Meno capiva di se stesso,quell'anima inquieta che viveva a suon di violino e di pianoforte che non sapeva suonare;la cui vita era una disegno che non era capace di riprodurre.
Scriveva,ma quel tipo d'arte non gli bastava. E tutto ciò che gli rimaneva dentro lo traduceva in sospiri,in lacrime trattenute. In rabbia,in decisioni che anche lui si rendeva conto essere senza senso.
Rilesse lentamente il suo nome scritto sul taccuino. Gli sembrò un nome così insensato,così BRUTTO,così fuori luogo in quel paese così strano e pieno di contraddizioni. Come lui. Forse era nato per essere italiano,seppur diceva d'odiare quel popolo.
Scavava dentro sè,con quelle poche parole che riusciva a far uscire dal proprio animo,ma non faceva altro che trovare altra roccia. Col tempo aveva iniziato a convincersi d'essere di roccia,che niente e nessuna gli avrebbe mai veramente messo in subbuglio quel cuore di granito,pieno solo di sensi di colpa e rimpianti,rimorsi e dannazione per se stesso. Spesso si immaginava nel girone degli ignavi,nell'antipurgatorio,a correre dietro a un cartello privo di significato,nudo,punzecchiato da vespe. E si vedeva piangere,piangere lacrime di pentimento e d'amore,lacrime d'amore che in vita non s'era mai permesso di piangere.
In quella radura desolata che lui considerava,molto poeticamente e poco realisticamente,il suo cuore,vedeva solo deserto. Non una goccia d'acqua,non un briciolo di vita e d'amore.
Piangeva,quando lo faceva, per se stesso. Per il suo cuore gelido ma sterminato,voglioso d'amare ma incapace di farlo. COme un bambino troppo piccolo che mai crescerà,ma che vuole imparare a camminare.
E fissava il lago,e si scoprì pensare a lei,a come avesse desiderato che lei lo avesse ferito,lo avesse fatto star male;a come avesse voluto che lei gli avesse finalmente vomitato addosso tutto il suo odio e il suo disprezzo per la sua codardia;che gli avesse urlato tra le lacrime,il suo amore,e non sussurrato in un mormorio pieno di orgoglio e onore infranto. Aveva voluto che lei fosse stata più forte,più stronza,sì,stronza come quelle donne dei film,che hanno il cuore che ribolle d'amore per uomini privi di fegato e di barba. Cosa avrebbe dato perchè lei lo avesse sbattuto addosso ad un muro,e alzatasi la gonna,gli avesse slacciato i pantoloni nella frenesia di averlo dentro di sè.
Ma era ben cosciente che lei non l'avrebbe mai fatto. Quando mai sarebbe andata contro il suo orgoglio?
Sentì un morbido "tonf" nella sabbia accanto a sè. Si girò e vide una rondinella,col petto bianco,che sbatteva le ali senza riuscire a rialzarsi. Sorrise,la prese tra le mani,e la lanciò in aria.
Tornerò da te.
E si decise a compiere quel passo nel vuoto. Non aveva nulla da perdere ormai.
-------------------------------------------------------------------
Lei lo guardava avanzare con passo lento lungo la spiaggia. Teneva lo sgaurdo basso sulle proprie scarpe,che affondavano nella sabbia. Non ricordò poi le sue sensazioni in quel momento. Confusione,forse? Meraviglia? La sua figura che s'avvicinava aveva dell'assurdo,assomigliava ad un incubo: non ad un sogno,perchè non riusciva a credere che tutto ciò avrebbe potuto avere un lieto fine. Ma cos'altro sarebbe mai potuto venire a fare,pensò mordendosi le unghie. Che bambina che sono. Su,sii donna. Cosa mai sarà? E' una tortura,ma temprerà l'anima,piccola mia.
Lui le si sedette accanto,morbidamente.
Penso di doverti alcune scuse.
Si dice che ci sono vari inizi nella vita di una persona;o meglio,varie nascite. Lei era nata per la seconda volta un anno prima,in uno sguardo intenso che l'aveva fatta diventar grande tutto d'un botto.
Sì,era diventata grande più per un semplice sguardo che per tanti anni di litigi,dolori,urla,ginocchia sbucciate,lacrime sciocche e solitudini incomprensibili a mamma e papà;c'era voluto COSì POCO per diventare grande,e non tanti anni di margherite raccolta dai prati e infilate dietro le orecchie,orecchie che venivano poi adornate da orecchini d'oro o d'argento,perchè così voleva mamma;tanti anni di discussioni con le amichette,di amorazzi che nascevano e si spegnevano come fuochi fatui in una palude,di prime volte piene di dolore e bagnate di lacrime,di rimorsi,rimpianti,singhiozzi. E in una giornata come tante,uno sguardo. Dato di sfuggita,per di più.
Uno sguardo nemmeno tanto bello,nemmeno tanto intenso,così cercava di giustificarsi a distanza di 365 giorni e più. Uno sguardo dato da occhi scialbi,che non avevano nient edi particolare se non d'essere cerchiati di colore più chiaro.
Guardava il lago,lei,e sorrideva. Quando pensava a quello sguardo,sentiva il freddo della parte del suo cuore che sovrintendeva all'amore uomo-donna,sciogliersi. Sentiva caldo,nel cuore. Amore,lo sentiva ribollire dentro di sè come lava.
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Lui guardava il lago,quel giorno. Era passato un anno dal momento in cui quegli occhi così azzurri avevano incontrato i suoi. Il gelo gli riempì il cuore,mentre le rondini sfrecciavano nel cielo senza nuovle.
Scriveva distrattamente poesie su un taccuino,poesie che parlavano di morte,amore,resurrezione,dei inesistenti,rondini e infinito. Pretendeva,con le sue poesie,di liberarsi del vuoto nel suo cuore,di riempirlo,di trovare quale fosse l'ulcera che sanguinava,e di riuscir a ripararla. Di scoprire sè stesso.
Ma più scriveva,meno capiva. Meno capiva di se stesso,quell'anima inquieta che viveva a suon di violino e di pianoforte che non sapeva suonare;la cui vita era una disegno che non era capace di riprodurre.
Scriveva,ma quel tipo d'arte non gli bastava. E tutto ciò che gli rimaneva dentro lo traduceva in sospiri,in lacrime trattenute. In rabbia,in decisioni che anche lui si rendeva conto essere senza senso.
Rilesse lentamente il suo nome scritto sul taccuino. Gli sembrò un nome così insensato,così BRUTTO,così fuori luogo in quel paese così strano e pieno di contraddizioni. Come lui. Forse era nato per essere italiano,seppur diceva d'odiare quel popolo.
Scavava dentro sè,con quelle poche parole che riusciva a far uscire dal proprio animo,ma non faceva altro che trovare altra roccia. Col tempo aveva iniziato a convincersi d'essere di roccia,che niente e nessuna gli avrebbe mai veramente messo in subbuglio quel cuore di granito,pieno solo di sensi di colpa e rimpianti,rimorsi e dannazione per se stesso. Spesso si immaginava nel girone degli ignavi,nell'antipurgatorio,a correre dietro a un cartello privo di significato,nudo,punzecchiato da vespe. E si vedeva piangere,piangere lacrime di pentimento e d'amore,lacrime d'amore che in vita non s'era mai permesso di piangere.
In quella radura desolata che lui considerava,molto poeticamente e poco realisticamente,il suo cuore,vedeva solo deserto. Non una goccia d'acqua,non un briciolo di vita e d'amore.
Piangeva,quando lo faceva, per se stesso. Per il suo cuore gelido ma sterminato,voglioso d'amare ma incapace di farlo. COme un bambino troppo piccolo che mai crescerà,ma che vuole imparare a camminare.
E fissava il lago,e si scoprì pensare a lei,a come avesse desiderato che lei lo avesse ferito,lo avesse fatto star male;a come avesse voluto che lei gli avesse finalmente vomitato addosso tutto il suo odio e il suo disprezzo per la sua codardia;che gli avesse urlato tra le lacrime,il suo amore,e non sussurrato in un mormorio pieno di orgoglio e onore infranto. Aveva voluto che lei fosse stata più forte,più stronza,sì,stronza come quelle donne dei film,che hanno il cuore che ribolle d'amore per uomini privi di fegato e di barba. Cosa avrebbe dato perchè lei lo avesse sbattuto addosso ad un muro,e alzatasi la gonna,gli avesse slacciato i pantoloni nella frenesia di averlo dentro di sè.
Ma era ben cosciente che lei non l'avrebbe mai fatto. Quando mai sarebbe andata contro il suo orgoglio?
Sentì un morbido "tonf" nella sabbia accanto a sè. Si girò e vide una rondinella,col petto bianco,che sbatteva le ali senza riuscire a rialzarsi. Sorrise,la prese tra le mani,e la lanciò in aria.
Tornerò da te.
E si decise a compiere quel passo nel vuoto. Non aveva nulla da perdere ormai.
-------------------------------------------------------------------
Lei lo guardava avanzare con passo lento lungo la spiaggia. Teneva lo sgaurdo basso sulle proprie scarpe,che affondavano nella sabbia. Non ricordò poi le sue sensazioni in quel momento. Confusione,forse? Meraviglia? La sua figura che s'avvicinava aveva dell'assurdo,assomigliava ad un incubo: non ad un sogno,perchè non riusciva a credere che tutto ciò avrebbe potuto avere un lieto fine. Ma cos'altro sarebbe mai potuto venire a fare,pensò mordendosi le unghie. Che bambina che sono. Su,sii donna. Cosa mai sarà? E' una tortura,ma temprerà l'anima,piccola mia.
Lui le si sedette accanto,morbidamente.
Penso di doverti alcune scuse.
martedì 8 giugno 2010
You said "I love you like the stars above"
"Non ha mai capito che per essere felice ti sarebbe bastato soltanto un bacio. Un mio bacio",iniziò a scrivere la donna sul quaderno,in una calligrafia tonda.
"Un mio bacio che ti avrebbe dato tutto ciò di cui avevi bisogno. Tutto l'amore e l'affetto,la comprensione e la pazienza,un vortice di passione notturna e segreta come Romeo e Giuleitta.
E invece sono qui,su questa scrivania,a scriverti le solite parole,le solite parole che risuoneranno in eterno nel vuoto perchè tu mai le ascolterai: sono qui a scrivere,con questa penna,con la chiara intenzione di consumare tutto l'inchiostro,perchè so che tu non mi ascolti e non mi ascolterai. Perchè non senti le mie urla,non le ha mai sentite,non hai mai udito nemmeno il mio sussurro più disperato.
E io invece tendevo sempre l'orecchio verso di te,pronta a cogliere ogni tuo gemito,sussurro,sospiro. Scrivo,scrivo,scrivo ciò che non ho mai potuto dirti."
Una lacrima le scivolò lungo la guancia,e andò a posarsi sulla d di "dirti",sciogliendo l'inchiostro in una macchietta azzurrina.
"Come Romeo e Giulietta. Come loro. Ci saremmo amati come loro,con la loro disperazione,la loro passione,tutto quanto il loro furore giovanile di un'età che fugge a gambe levate e non torna più. Avremmo dovuto bere appieno del calice della gioventù,inebriarci l'uno con l'altro con il sapore della nostra saliva,perderci in una lotta appassionata,in cui tu avresti sentito me urlare tutto l'amore per te;mi avresti sentito urlare verso le stelle che cadono la notte di San Lorenzo che tutto ciò era giusto,e tutto ciò doveva compiersi perchè lì è la felicità e dentro di te c'è più divino che in ogni chiesa su questa fottuta terra.
"Avresti avuto tutto quanto poteva darti una donna,in uno scambio equo perchè anche tu mi avresti amato come avrei fatto io. La colazione la mattina,il caffè e la marmellata. Le carezze più proibite,i baci più nascosti,che nascono solo da un'intimità profonda,come ci sarebbe stata tra noi. L'amore fatto in ascensore,quello nel bagno del ristorante di lusso mentre siamo invitati in chissà che cena di Gala. E non saremmo mai stati stranieri in nessun luogo,perchè il Mondo sarebbe stato piccolo e sconfinato con te al mio fianco. COn me al tuo fianco. Insieme avremmo potuto esplorare le paludi del Botswana,amarci nel deserto del Sahara,tenerci la mano e ridere come bambini sulla torre Eiffel,magari guardando te vomitare per le vertigini! Sì,insieme avremmo potuto fare tutto questo. Il mondo sarebbe stato minuscolo,esplorabile in COSì poco tempo,avendo l'eterno al mio fianco. Te. L'eternità persa in un tempo che fugge,ma che viene rapidamente raggiunto e agguantato in un atto d'amore desiderato. Enormemente desiderato,e sconfinato come solo l'unione di due anime può essere.
Avremmo conoscuito mille modi per fare l'amore,mille modi per stenderci su un letto e lasciare che la mente e le voluttà del corpo scegliessero. Avremmo scoperto l'un l'altro tutti i segreti del corpo dell'altro,da ogni neo a ogni ruga che va avanzando sul viso. Avrei conosciuto e amato ogni tuo pelo della barba,dal primo momento che ti fosse spuntata,adolescente,a quando ti avrebbero adagiato nella tomba,vestito di tutto punto,con la cravatta che hai sempre odiato,con la barba grigia. E oltre.
Avrei e avresti,continuato a baciare il mio collo nonostante l'età che avanza,nonostante quell'odore sgradevole che caratterizza le persone anziane.
E avremmo imparato i nostri odori,imparato a riconoscerli anche tra milioni di persone a New York. Anche se nascosto dalla colonia al limone,quell'odore sarebbe stato sempre il miglior profumo tra MILIARDI. PErchè quando due anime gemelle si incontrano,allora èd estino che si amino."
Un'altra lacrima le rigò il viso. Sapeva anche lei quanto quella frase fosse falsa.
"Ma è una falsità. Non è affatto vero. La mente spesso comanda sull'anima,e nella mente sono assiepati tutti quei mostri grigi chiamati 'incertezze'. E son mostri,sì. Della peggior spece. Non son esseri viventi,sono ombre..ombre che non si possono toccare,uccidere soltanto soffiandoci sopra,o accendendo una candela. Nno basta. Sono fantasmi,fantasmi di qualcosa che non può essere. Sono i fantasmi DEL FALLIMENTO. Sono,per meglio dire,i DEMONI DEL FALLIMENTO. Spronano all'inerzia,al non agire. All'apatia.
Del resto,quant'è migliore starsene fermi sulla riva del fiume da attraversare,aspettando un periodo di siccità per guadarlo,invece che ingegnarsi risalendo ilc orso oppure costruendosi una zattera? E quie DEMONI hanno il compito,nella mente,di instillare il dubbio della mort,edella fine,del fallimento. E se costruendo la zattera ci si dovesse far male? Se un chiodo dovesse finire nel ditino tenero? E se risalendo il corso un lupo dovesse aggredirti?"
Sospirò.
"Un demone,così grigio,così ghignante in quel modo sdentato e giallo,con quell'alito mefitico,ti ha tentato. E tu hai ceduto.
Hai rinunciato all'Amore. Hai avuto paura. Hai deciso dif ar a meno dell'Eternità,hai deciso di fare a meno di Dio,e hai fatto dell'apatia il tuo vivere. Un vivere così grigio,grigio come il demone che da quell'eterna festa in maschera qual'è la tua mente. Perchè,sai,quel demone ha fatto calare anche sul tuo viso,IL TUO BELLISSIMO VISO,una maschera. L'ha fatta calare così tanto tempo fa che tu non ricordi nemmeno come fossero i tuoi lineamenti,il colore della tua barba,la luce dei tuoi occhi castani. E quale fosse il sapore delle tue lacrime.
Ormai quell amaschera ha aderito al tuo viso,e non si può tornare indietro. Non potrai mai scoprirmi,non potrai mai amarmi e non potremmo mai andare mano per mano abbracciati nella tundra russa. Non conoscerai mai l'intensità del mio amore per te, non avrai mai idea neppure di quanto ho dato per te,quanto ho penato per uccidere il tuo demone grigio,e quanto ciò sia stato inutile."
"Non saprai mai se preferisco la pizza o la pasta,come mi piacerebbe far l'amore con te e come potrebbe essere argentina la mia risata ad una tua battuta. Non ricorderai mai più il sapore delle mie lacrime e della mia saliva,non conoscerai mai l'amore come potrebbe essere stato con me."
"Sono stanca,stanca di pensarti e di piangerti. Stanca di ricevere solo mezze parole mormorate da te,mentre il tuo vero viso sotto la maschera urla sproloqui interi. Sono passati sessant'anni da quel giorno di primavera che ci vedemmo per la prima volta. Quando saremo insieme,amore mio?
Quando verrà il nostro tempo? Sarà in questo mondo o in uno dei tanti altri?"
La donna smise di scrivere,e si alzò lentamente. Sorrise. Lei poteva dire d'aver amato.
"Un mio bacio che ti avrebbe dato tutto ciò di cui avevi bisogno. Tutto l'amore e l'affetto,la comprensione e la pazienza,un vortice di passione notturna e segreta come Romeo e Giuleitta.
E invece sono qui,su questa scrivania,a scriverti le solite parole,le solite parole che risuoneranno in eterno nel vuoto perchè tu mai le ascolterai: sono qui a scrivere,con questa penna,con la chiara intenzione di consumare tutto l'inchiostro,perchè so che tu non mi ascolti e non mi ascolterai. Perchè non senti le mie urla,non le ha mai sentite,non hai mai udito nemmeno il mio sussurro più disperato.
E io invece tendevo sempre l'orecchio verso di te,pronta a cogliere ogni tuo gemito,sussurro,sospiro. Scrivo,scrivo,scrivo ciò che non ho mai potuto dirti."
Una lacrima le scivolò lungo la guancia,e andò a posarsi sulla d di "dirti",sciogliendo l'inchiostro in una macchietta azzurrina.
"Come Romeo e Giulietta. Come loro. Ci saremmo amati come loro,con la loro disperazione,la loro passione,tutto quanto il loro furore giovanile di un'età che fugge a gambe levate e non torna più. Avremmo dovuto bere appieno del calice della gioventù,inebriarci l'uno con l'altro con il sapore della nostra saliva,perderci in una lotta appassionata,in cui tu avresti sentito me urlare tutto l'amore per te;mi avresti sentito urlare verso le stelle che cadono la notte di San Lorenzo che tutto ciò era giusto,e tutto ciò doveva compiersi perchè lì è la felicità e dentro di te c'è più divino che in ogni chiesa su questa fottuta terra.
"Avresti avuto tutto quanto poteva darti una donna,in uno scambio equo perchè anche tu mi avresti amato come avrei fatto io. La colazione la mattina,il caffè e la marmellata. Le carezze più proibite,i baci più nascosti,che nascono solo da un'intimità profonda,come ci sarebbe stata tra noi. L'amore fatto in ascensore,quello nel bagno del ristorante di lusso mentre siamo invitati in chissà che cena di Gala. E non saremmo mai stati stranieri in nessun luogo,perchè il Mondo sarebbe stato piccolo e sconfinato con te al mio fianco. COn me al tuo fianco. Insieme avremmo potuto esplorare le paludi del Botswana,amarci nel deserto del Sahara,tenerci la mano e ridere come bambini sulla torre Eiffel,magari guardando te vomitare per le vertigini! Sì,insieme avremmo potuto fare tutto questo. Il mondo sarebbe stato minuscolo,esplorabile in COSì poco tempo,avendo l'eterno al mio fianco. Te. L'eternità persa in un tempo che fugge,ma che viene rapidamente raggiunto e agguantato in un atto d'amore desiderato. Enormemente desiderato,e sconfinato come solo l'unione di due anime può essere.
Avremmo conoscuito mille modi per fare l'amore,mille modi per stenderci su un letto e lasciare che la mente e le voluttà del corpo scegliessero. Avremmo scoperto l'un l'altro tutti i segreti del corpo dell'altro,da ogni neo a ogni ruga che va avanzando sul viso. Avrei conosciuto e amato ogni tuo pelo della barba,dal primo momento che ti fosse spuntata,adolescente,a quando ti avrebbero adagiato nella tomba,vestito di tutto punto,con la cravatta che hai sempre odiato,con la barba grigia. E oltre.
Avrei e avresti,continuato a baciare il mio collo nonostante l'età che avanza,nonostante quell'odore sgradevole che caratterizza le persone anziane.
E avremmo imparato i nostri odori,imparato a riconoscerli anche tra milioni di persone a New York. Anche se nascosto dalla colonia al limone,quell'odore sarebbe stato sempre il miglior profumo tra MILIARDI. PErchè quando due anime gemelle si incontrano,allora èd estino che si amino."
Un'altra lacrima le rigò il viso. Sapeva anche lei quanto quella frase fosse falsa.
"Ma è una falsità. Non è affatto vero. La mente spesso comanda sull'anima,e nella mente sono assiepati tutti quei mostri grigi chiamati 'incertezze'. E son mostri,sì. Della peggior spece. Non son esseri viventi,sono ombre..ombre che non si possono toccare,uccidere soltanto soffiandoci sopra,o accendendo una candela. Nno basta. Sono fantasmi,fantasmi di qualcosa che non può essere. Sono i fantasmi DEL FALLIMENTO. Sono,per meglio dire,i DEMONI DEL FALLIMENTO. Spronano all'inerzia,al non agire. All'apatia.
Del resto,quant'è migliore starsene fermi sulla riva del fiume da attraversare,aspettando un periodo di siccità per guadarlo,invece che ingegnarsi risalendo ilc orso oppure costruendosi una zattera? E quie DEMONI hanno il compito,nella mente,di instillare il dubbio della mort,edella fine,del fallimento. E se costruendo la zattera ci si dovesse far male? Se un chiodo dovesse finire nel ditino tenero? E se risalendo il corso un lupo dovesse aggredirti?"
Sospirò.
"Un demone,così grigio,così ghignante in quel modo sdentato e giallo,con quell'alito mefitico,ti ha tentato. E tu hai ceduto.
Hai rinunciato all'Amore. Hai avuto paura. Hai deciso dif ar a meno dell'Eternità,hai deciso di fare a meno di Dio,e hai fatto dell'apatia il tuo vivere. Un vivere così grigio,grigio come il demone che da quell'eterna festa in maschera qual'è la tua mente. Perchè,sai,quel demone ha fatto calare anche sul tuo viso,IL TUO BELLISSIMO VISO,una maschera. L'ha fatta calare così tanto tempo fa che tu non ricordi nemmeno come fossero i tuoi lineamenti,il colore della tua barba,la luce dei tuoi occhi castani. E quale fosse il sapore delle tue lacrime.
Ormai quell amaschera ha aderito al tuo viso,e non si può tornare indietro. Non potrai mai scoprirmi,non potrai mai amarmi e non potremmo mai andare mano per mano abbracciati nella tundra russa. Non conoscerai mai l'intensità del mio amore per te, non avrai mai idea neppure di quanto ho dato per te,quanto ho penato per uccidere il tuo demone grigio,e quanto ciò sia stato inutile."
"Non saprai mai se preferisco la pizza o la pasta,come mi piacerebbe far l'amore con te e come potrebbe essere argentina la mia risata ad una tua battuta. Non ricorderai mai più il sapore delle mie lacrime e della mia saliva,non conoscerai mai l'amore come potrebbe essere stato con me."
"Sono stanca,stanca di pensarti e di piangerti. Stanca di ricevere solo mezze parole mormorate da te,mentre il tuo vero viso sotto la maschera urla sproloqui interi. Sono passati sessant'anni da quel giorno di primavera che ci vedemmo per la prima volta. Quando saremo insieme,amore mio?
Quando verrà il nostro tempo? Sarà in questo mondo o in uno dei tanti altri?"
La donna smise di scrivere,e si alzò lentamente. Sorrise. Lei poteva dire d'aver amato.
venerdì 4 giugno 2010
pppopop
Scommetto che interpreterai queste parole come una cattiveria bella e buona. Ma non lo è,è soltanto per spiegarti com'è che funziono.
Io non seguo pensieri razionali quando scrivo,te ne sarai accorto. Quando scrivo,non lo so chi sono. Creo situazioni,creo luoghi,sensazioni: anche se ne parlo in prima persona non vuol dire che io li provo. Potrà farti male,lo so,perchè potresti credere che son pensieri reali che io sento realmente,e potresti andar a cercare una mia mancanza di sincerità.
Non è così. Se scrivo qualcosa è,spesso,un discorso o dei pensieri che sarebbero più adatti messi in bocca a qualche personaggio di un racconto/romanzo. Se scrivo è perchè un'immagine me lo suggerisce;una frase,una parola. Qualcosa da decodificare e spiegare al meglio,qualcosa da espandere condendolo di parole.
A volte su questo blog scrivo anche qualcosa che a che fare con me. Ma raramente. E se lo faccio,sempre in forma molto criptica.
Tu non puoi dirmi "Allora stai piùà attenta a ciò che scrivi" perchè sarebbe come se il marito della pittrice le impedisse di ritrarre uomini in un quadro per pura gelosia. Se ciò un luogo in cui son libera di esprimermi,al 100%,è la scrittura.
Non ti permetto di limitarmi in questo.
Io non seguo pensieri razionali quando scrivo,te ne sarai accorto. Quando scrivo,non lo so chi sono. Creo situazioni,creo luoghi,sensazioni: anche se ne parlo in prima persona non vuol dire che io li provo. Potrà farti male,lo so,perchè potresti credere che son pensieri reali che io sento realmente,e potresti andar a cercare una mia mancanza di sincerità.
Non è così. Se scrivo qualcosa è,spesso,un discorso o dei pensieri che sarebbero più adatti messi in bocca a qualche personaggio di un racconto/romanzo. Se scrivo è perchè un'immagine me lo suggerisce;una frase,una parola. Qualcosa da decodificare e spiegare al meglio,qualcosa da espandere condendolo di parole.
A volte su questo blog scrivo anche qualcosa che a che fare con me. Ma raramente. E se lo faccio,sempre in forma molto criptica.
Tu non puoi dirmi "Allora stai piùà attenta a ciò che scrivi" perchè sarebbe come se il marito della pittrice le impedisse di ritrarre uomini in un quadro per pura gelosia. Se ciò un luogo in cui son libera di esprimermi,al 100%,è la scrittura.
Non ti permetto di limitarmi in questo.
giovedì 3 giugno 2010
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